Meo Sacchetti sarà ufficialmente il nuovo allenatore della nazionale dopo gli Europei. Sarà presentato il 5 agosto a Cagliari. Una scelta rapidissima, legata all'impossibilità di Ettore Messina di continuare con un incarico part time, essendo già impegnato con i San Antonio Spurs. Da Brindisi alla Nazionale, passando per Cremona. Una stagione non certo memorabile quella vissuta in riva all'adriatico, con la sola Final Eight di Coppa Italia raggiunta e giocata alla pari contro Milano nei quarti di finale. Ciò nonostante, una figura di ottimo livello per la nazionale che dopo Euro 2017 assumerà una nuova fisionomia.
Quando Sacchetti fu annunciato come nuovo allenatore dell'Enel Basket Brindisi ho subito pensato di chiedere una presentazione a qualcuno che lo conosce bene. Roberto Sanna e Andrea Sini, inviati da anni al seguito della Dinamo Sassari per il quotidiano "La Nuova Sardegna" (così come l'amico Nando Mura dell'Unione Sarda che all'indomani della chiusura del rapporto con Sassari aveva scritto che "Meo non meritava un trattamento del genere e che forse lui e Sardara avrebbero dovuto separarsi prima per il bene di tutti") mi avevano avvertito: Meo non è uguale a tutti gli altri, è un fuoriclasse. Se riuscite a prenderlo bene, lui vi ripagherà con il cuore e con una simpatia infinita. Il primo impatto, il giorno della presentazione al Pala Pentassuglia, sembrò confermarlo. "Era stato detto che la presentazione era per la stampa, qui siete tanti, tutti giornalisti?", aveva esordito. E subito risate e applausi (anche se la frase dovrebbe far riflettere)
"Ho impiegato un po’ di tempo, diciamo un’intera stagione, per capire che Meo Sacchetti è differente. Anche se mi ero reso conto ben presto, in quell’estate del 2009, che non avevo a che fare con il solito coach col quale avrei condiviso partite, allenamenti, trasferte - spiega subito Roberto Sanna a Supporter's Magazine - Poco propenso a dilungarsi oltre lo stretto necessario nell’analisi degli avversari, nei piani tattici, nel notiziario degli infortuni. Molto felice, invece, di poter scambiare esperienze di vita, discutere di vino e cibo, anche parlare di altri sport"
"La notte della promozione, nel giugno del 2010, quando sono entrato nel ristorante di Tony, praticamente la sua seconda casa, col giornale della vittoria in mano per consegnarglielo, lui non ha detto niente. E’ rimasto defilato dal cuore della festa a fumare il sigaro, a un certo punto, saranno state le due, è scivolato via in silenzio col giornale arrotolato in mano - ricorda Sanna - . Il giorno dopo ha stracciato l’accordo ormai fatto con Varese, praticamente il coronamento di quella che era stata fin lì la sua carriera di allenatore, ha scelto ancora Sassari. Quel giorno ha cambiato il suo destino e quello della Dinamo, forse non era pienamente cosciente ma aveva fiutato l’onda giusta, come fa durante le partite quando prende le decisioni senza un’apparente logica e alla fine ha quasi sempre ragione".
Meo è differente e per questo il giorno dell’esonero l’ho chiamato e gli ho detto soltanto: “Non penserai di liberarti di me?”.