Fortitudo, Roma e Treviso sono le regine di Legadue

trevisoLa notte attesa sette anni è arrivata a Capo d'Orlando in una calda serata estiva di metà giugno. Treviso Basket, ora sponsorizzata De Longhi, è tornata in Serie A vincendo 65-76 contro la mai doma Orlandina e chiudendo la serie con un perentorio 3-0.Dopo la Fortitudo Bologna e la Virtus Roma la terza "regina" della Legadue ottiene la promozione. Erano le tre squadre più accreditate, hanno confermato il pronostivco, cosa mai facile in un campionato così lungo e insidioso quale è quello appena concluso. Che saluta Cento, Cassino e Piacenza e abbraccia l'Urania Milano, quattro anni fa il C SIlver, il ritorno di Orzinuovi e la Amatori Pescara, sconfitta sul campo da Reggio Calabria ai quarti di finale, ripescata in semifinale per la radiazione della squadra calabrese e poi artefice di una splendida cavalcata fino alla vittoria finale contro San Severo, ancora delusa e rimasta in Serie B.

La vittoria della De Longhi è il frutto di due partite casalinghe al limte della perfezione e di un allungo decisivo in gara tre ad inizio terzo periodo al Pala Sikeli Akivi che ha messo al sicuro dal clamoroso ritorno della squadra sicialiana che, dal meno 19, è tornata a meno quattro a poco più di due minuti dalla fine e sbagliando con Bruttini la palla dell'incredibile meno due. Senza Triche infortunatosi in gara due, senza Parks, uscito per un dolore, senza Trapani e con due under 19 in campo. E con Marco Sodini costretto negli spogliatoi da un leggero malore. Avrebbe sicuramente meritato anche la Benfapp fermatasi sul più bello dopo 19 vittorie consecutive tra campionato e play off e "beffata" dalla Virtus Roma a seguito della vicenda della Mens Sana. 

Ci riproverà sicuramente la squadra del presidente Sindoni, per ora non può far altro che applaudire Treviso, che in ogni caso merita la promozione. Sospinta in campo da David Logan, arrivato a febbraio per dare quel qualcosa in più, e che in gara tre è sembrato a tratti di un altro pianeta. Alla fine per il "professore" 36 punti con 8/8 da due, 6/12 da tre e 5 assist. E quasi 37 primavere all'anagrafe. Un giocatore che potrà essere utile anche in Serie A. Al pari di Matteo Imbrò, ex Virtus Bologna, fresco di allungamento di contratto che ha trovato nella marca trevigiana una stagione di grande spessore, e Amedeo Tessitori, pivot di grande presenza fisica, anche in passato nel giro della nazionale, ma importante anche per il fatturato di punti realizzati. Eric Lombardi poi potrà essere un ulteriore pedina per il piano superiore non appena si riprenderà completamente dall'infortunio. Chillo, Uglietti, Alviti, Severini sono stati ottimi collanti nel gruppo. Dominez Burnett l'altro straniero di lusso, sempre presente quando è stato chiamato in causa.

Si riparte sicuramente da Massimiliano Menetti, che lasciata Reggio Emilia dopo molti anni, ha deciso di ripartire da Treviso, il cui palmares del passato parla di 5 scudetti, 8 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 2 Coppe Saporta, 4 finali scudetto perse, 4 partecipazioni alle Final Four di Eurolega. Nel solco di grandi allenatori quali Obradovic, Blatt, Mike D'Antoni, Ettore Messina ai tempi in cui la famiglia Benetton era non solo nome sulla maglia ma una questione di appartenenza per tutta la città e la provincia. Come Walter Scavolini e altri investitori che nel basket hanno messo passione, soldi (tanti soldi), tenacia fino a quando è stato possibile.

Sottana a SM: "Io Sono è un libro senza frontiere"

copertina libroUn lavoro di crescita sportiva e personale fatta di successi e sconfitte, gioie e dolori, momenti da cogliere e scelte da fare. “Io Sono” il libro di Giorgia Sottana scritto a quattro mani con il suo Mental Coach Gabriele Bani ci racconta il percorso di crescita della giocatrice della nazionale italiana con un occhio sempre al sociale, infatti, tutti i proventi del libro saranno devoluti in beneficenza a NutriAid una onlus che si occupa della lotta contro la malnutrizione infantile. Già svettato al primo posto in classifica nella vendita su Amazon!

 - Come nasce questa iniziativa e se c’è stato un evento particolare che ti ha fatto pensare alla realizzazione di questo libro?
“Di fatto nasce da un qualcosa che accomuna me e Gabriele: la voglia di far del bene, per quel che possiamo, all’umanità. Quando iniziammo il percorso assieme ci siamo subito trovati d’accordo su questa cosa, e abbiamo pensato che scrivere il libro, che poi racconta del mio percorso di crescita, potesse aiutare non solo per il lato benefico, ma anche per la storia in sé”.

 - Il titolo chiaro ed asciutto: Io Sono. Chi è stata Giorgia Sottana e chi è adesso Giorgia Sottana?
“Il titolo racchiude una grande consapevolezza a 360°. Ogni tanto si pensa di essere consapevoli, ma in realtà non lo si è. Giorgia era una persona inconsapevole, mentre ora penso di essere fortemente attaccata alla persona che sono. Non è facile essere consapevoli, perché si cambia costantemente, per questo è richiesto un lavoro quotidiano”.

 - Puoi dirci, ovviamente se possibile, se ci sono stati eventi nella tua vita che ti hanno fatto cambiare idea su qualcosa oppure hanno rivoluzionato il tuo modo di vivere lo sport e non?
“Sicuramente ci sono stati eventi che hanno fatto da sparti acque. Il mio incontro con Gabri è stato certamente uno di questi. E poi ne sono susseguiti tanti altri. Potrei guardare al passato, e dirti che anche qualche vittoria o gli infortuni sono stati rivoluzionanti, ma mentirei. Al tempo lasciavo che la vita passasse senza afferrare i momenti determinanti, non li capivo, non li facevo miei. Ero inconsapevole.”

Mancinelli e la Fortitudo in A. "Promessa mantenuta"

Fortitudo-Ferrara-foto-Valentino-Orsini-31-03-2019-1935All’inferno e ritorno. Dieci anni senza la Fortitudo Bologna in Serie A, ora il ritorno in paradiso, sancito domenica scorsa dalla vittoria contro Ferrara. Era il 10 maggio 2009 quando, al termine di un drammatica partita a Teramo, persa 73-72 con il canestro della vittoria annullato dagli arbitri perché arrivato dopo i 24 secondi dell’azione di attacco, la Fortitudo retrocedeva in Legadue, arrivando a pari punti contro Rieti che aveva miglior differenza canestri. Dopo dieci finali scudetto in 12 stagioni, un record memorabile, e con due scudetti vinti, nel 2000 e quello del 2005 rimasto famoso per l'ultimo tiro di Ruben Douglas al Forum contro Milano sul suono della sirena.

Allora, come oggi, Stefano Mancinelli (nella foto con Maarten Leunen, ndr) vestiva la canotta bianco blu. Abbiamo fatto bella una chiacchierata con lui per le pagine nazionali di sport de Il Messaggero e ne abbiamo approfittato per allargare l'orizzonte anche per Supporters Magazine. “Si è chiuso un cerchio - racconta il capitano della Effe -. Quando andai via dalla Fortitudo, pensavo sempre a questa squadra e a quell’epilogo amaro sul campo. Ho sempre detto che sarei tornato e riportato la squadra e questa società in Serie A. Il sogno si è avverato”. Anni difficili si diceva. Una promozione dalla Serie B sul campo, ancora con un canestro a fil di sirena, poi cancellata dalla Com.Tec. La ripartenza con due squadre, la Biancoblù e la Eagles, dal terzo campionato nazionale, poi la rinascita con una nuova società e la scalata fino al ritorno in serie A.

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“Tutto bellissimo, davanti ai nostri tifosi ancora più bello – aggiunge Mancinelli -. Quasi più bello dello scudetto del 2005. Abbiamo disputato un campionato eccellente. Ci avevano detto ad inizio stagione che non eravamo i favoriti. Altri, non voglio fare nomi, dicevano che Treviso, Udine erano più favorite di noi. Abbiamo dimostrato sul campo di essere i più forti, grazie ad un gruppo fantastico che non avrebbe potuto vincere 24 partite (su 27, mancano tre partite alla fine del campionato ndr) senza avere grandi doti in campo e fuori”. E aggiunge: “Le prime dieci partite ci hanno dato la consapevolezza della nostra forza, abbiamo battuto Treviso e Udine e abbiamo capito che avremmo potuto lottare fino in fondo. Il nostro girone non è per nulla facile, quello a Ovest ritengo sia meno ostico. Vedo Roma leggermente favorita per la volata finale, ha buone possibilità, ma il cammino è più complicato del previsto”.

E' tutto vero, Fortitudo bentornata in Serie A

Pozzani FortitudoA Bologna il prossimo anno sarà di nuovo derby. Grazie alla Fortitudo, promossa in Serie A con tre giornate di anticipo. Anzi, tornata, dopo dieci anni di inferno, di rospi amari da ingoiare. Di sofferenza, lacrime e sudore. E poi la gioia, culminata battendo Ferrara 91-79, al termine di una cavalcata meravigliosa, fatta di 24 vittorie e solo tre sconfitte, con un grande gruppo e un ottimo allenatore. Ora la "Effe" si gode la festa, meritata, per programmare ci sarà tempo. Patron Pavani già ha parlato di una cifra vicina a i 3,5 / 4 milioni di euro per il budget della massima serie. Certo è che la promozione comporterà un aggravio di costi di 500 mila euro: la fidejussione passa da 100 a 350 mila euro più altri 250 mila euro di quota d'ingresso in Lega Basket. Per ora si festeggia. Il futuro sarà affrontato tra pochi giorni. 

Lo spettacolo biancoblù comincia molto prima delle 12, quando al Pala Dozza è in programma la partita contro Ferrara. Già ore prima, come riporta Il Resto del Carlino, i tifosi si danno appuntamento al Mama Cafè. Lo show continua al palas, che ribolle di passione. Il coach Antimo Martino è salutato da un'ovazione dai 5570 tifosi schiacciati come sardine (e dei tantissimi rimasti fuori che avevano notizie tramite la radio ufficiale e alcune staffette con chi era dentro) . Uno striscione della Fossa dei Leoni ricorda gli Eagles, dalla cui ceneri è risorta la Fortitudo: “Se siamo qua è grazie a voi”.

Dopo tre tentativi di promozione, la svolta la scorsa estate con l’arrivo in panchina di Antimo Martino, nato a Isernia, ma cresciuto alla Virtus Roma dove ha raggiunto, da assistente, una finale scudetto. Poi l'esperienza a Ravenna che lo ha lanciato in Legadue. Ora il trionfo con la Effe. Hasbrouck (ex virtussino) e Leunen i due stranieri di classe e esperienza. Fantinelli da Treviso e Venuto dall'Eurobasket Roma hanno impreziosito un roster già profondo con le conferme di Cinciarini, Mancinelli, Pini e Benevelli. L'arrivo di Carlos Delfino a febbraio è una ciliegina su una torta già succulenta di suo. Il capitano Stefano Mancinelli c'era dieci anni fa, il giorno della retrocessione, e ora chiude un cerchio: "Sono tornato per questo. Abbiamo fatto un campionato devastante, la chiave sono state le prime dieci partite con tanti scontri diretti che abbiamo sempre vinto - dice ragginate a fine gara a La Gazzetta dello Sport -. Qualcuno in estate era scettico su questa squadra, ma sul campo abbiamo risposto alla grande".

Le nazionali siano da traino per tutto il movimento

tifosi itaE’ un bel momento per le nostre nazionali di basket, maschile e femminile, che a distanza di mesi l’una dall’altro centrano due importanti appuntamenti. La femminile di coach Crespi da tempo si è qualificata al prossimo europeo che si terrà dal 27 giugno al 7 luglio tra Serbia e Lettonia con le azzurre impegnate nel girone C di Nis (Serbia) con Turchia, Ungheria e Slovenia. Prime nel girone le azzurre hanno centrato vittorie importanti e di carattere come quelle esterne in Svezia e Croazia con un gruppo che ha in Giorgia Sottana e Cecilia Zandalasini le perle di diamante ma che vede crescere alle loro spalle giocatrici come Olbis Andrè Futo, Elisa Penna, Francesca e Caterina Dotto, Martina Fassina che possono diventare il valore aggiunto in un futuro molto prossimo.

Centra anche il proprio obiettivo qualificazione ai mondiali dopo tredici anni di assenza la nazionale di coach Meo Sacchetti in una delle più assurde fasi di qualificazione ad una manifestazione mai effettuata. La diatriba tra Fiba ed Eurolega ha visto le nazionali giocarsi le qualificazioni senza le proprie stelle e le teste cadute sono tante e pesanti, basti pensare che ai prossimi mondiali non ci saranno i campioni d’Europa della Slovenia di Luka Doncic.

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