Vangelis Mantzarīs: dal tetto d’Europa a Roseto in serie B
Accadde il 13 maggio 2012: a concretizzare la rimonta dal -19 a 12 minuti dal termine sul CSKA Mosca in finale di Eurolega, partì dalle mani di Giōrgos Printezīs a due secondi dalla fine della gara il tiro più iconico dell’intera storia manifestazione, la Petaktari che consegnò il trofeo nelle mani dell’Olympiacos. E appena terminata sul fondo della retina, primissimo ad abbracciare Giōrgos, distante da lui solo 5 metri da in attesa di un eventuale scarico fuori dall’arco dei tre punti, fu Vangelis Mantzarīs.
Uno dei giocatori diventati certezze di quell’Olympiacos, gregario di lusso al fianco delle stelle locali Vassilis Spanoulīs e appunto Printezīs. Gli assi stranieri di fianco alla coppia di fenomeni greci negli anni cambiavano, lui invece restava lì. A guardare le spalle a Kill Bill, del quale faceva il cambio da playmaker specialista difensivo, per permettergli di essere lucido nei finali in cui si accendeva. Aggiungendo pian piano all'affidabilità nella propria metà campo anche un tiro da 3 sempre più preciso, negli anni diventato chirurgico e anch'esso più volte decisivo nei finali.
Presenza fissa anche in Nazionale, dove sin da ragazzo ha trovato un posto nelle selezioni giovanili con relativi successi (un oro e un argento agli Europei Under 20, un argento ai Mondiali Under 19) per poi militare in quella senior, chiudendo in un grande torneo come veterano di fianco a Giannis Antetokounmpo nei Mondiali del 2019.