Basket femminile, Pedrazzi e Suardi ne parlano su SM

unnamedIl basket femminile vive un momento di crisi e forse necessita di una profonda ristrutturazione, sia a livello di nazionale che di club. E’ notizia di questi giorni che prima il Basket Le Mura Lucca non si iscriverà al campionato di A1 dopo 13 anni di attività e ora anche la Pallacanestro Femminile Firenze non parteciperà alla A2. Nel primo caso nessuno si è fatto avanti per rilevare il titolo e si prospetta una serie A a 13 squadre, per quanto riguarda Firenze si attende il comunicato di Rovigo Basket che dovrebbe essere essere la società che ha rilevato il titolo. Prima di queste notizie negative, abbiamo chiesto un parere sull movimento femminile in generale ad Alice Pedrazzi, General manager di Castelnuovo Scrivia, e a Flavio Suardi, gm di Logiman Broni

“Come un po' in tutti gli ambiti economici in questo momento ci sono delle situazioni di grande cambiamento e questo da un lato è portatore di opportunità e dall'altro naturalmente, l’altra faccia della medaglia, è quello di una certa criticità. Io penso che il basket femminile abbia delle grandi potenzialità, molte ancora inespresse e quindi bisogna necessariamente trovare tutti insieme la via per mettere a frutto, per farle in qualche modo fiorire e uscire dal guscio - dice Pedrazzi -. In generale, questo è un momento per cui lo sport femminile, anche di altre discipline, sta vivendo un momento di grande crescita e quindi noi, inteso come movimento del basket femminile, dobbiamo necessariamente trovare il modo per seguire questa scia”.

“E’ evidente che l’intero sistema faccia fatica a sostenersi perché il numero di squadre che rinunciano ai campionati e scambiano i diritti è tale da far riflettere perché significa che i costi o comunque il sistema non riesca a stare in piedi, non riesca a sostenerli quindi questo è un primo aspetto - sottolinea Suardi -. Il secondo aspetto è anche quello della certezza delle regole che significa la composizione dei campionati, ad esempio la composizione dei gironi in Serie A2 che passerà al sistema Est/Ovest ma per anni si è andati avanti alla divisione Nord e Sud dove i gironi nei playoff non si incrociavano dando vita sicuramente ad una disparità di campionati all'interno dello stesso torneo che teoricamente non dovrebbe essere caratteristica di un campionato di Serie A”

Aggiunge Suardi: “Per quanto riguarda la Serie A1 è evidente che ci sono squadre di primissima fascia, quindi le prime sei/sette squadre del campionato che hanno budget, possibilità e struttura superiore rispetto alle altre che ovviamente quando arrivano a quel traguardo devono cominciare a giocare dal settimo posto in giù quindi diventa un campionato che ha anche poco appeal per chi lo dovrebbe vedere e quindi questa secondo me è una fotografia abbastanza realistica della situazione”.

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PARAMETRI E RIFORMA DEI CAMPIONATI - I parametri rispetto alla scorsa stagione sono stati raddoppiati, era forse più giusto alzarli in maniera graduale? “Io penso che il ragionamento su parametri rientri in un ragionamento più complessivo e naturalmente questo genere di interventi viene fatto sempre nella logica di avere comunque un beneficio complessivo rispetto al movimento - dice la gm di Cstelnuovo Scrivia -. Penso che i cambiamenti debbano essere, per quanto possano creare delle difficoltà di assestamento, visti nell'ottica di una crescita del movimento nel suo complesso”.

Suardi è più diretto sull’argomento: “Forse era più giusto non toccarli perché è evidente che nel momento in cui ci sono delle squadre che hanno delle difficoltà economiche tante e tali da indurre a non iscriversi al campionato allora forse sarebbe stato meglio non agire sui costi fissi. Poi è chiaro che quando si parla di questi ambiti bisogna che tutte le componenti facciano un passo indietro. Per esempio in Serie A1 ancora ad oggi ci sono dubbi se riuscirà ad arrivare a 14 squadre, dove anche il Sanga Milano ha fatto tanta fatica ad iscriversi nel massimo campionato. Al Sanga auguro tanto che riescano a farla la Serie A1 perché l'hanno meritata sul campo. Però, nel momento in cui tu fai una squadra per cercare di vincere un campionato e poi lo vinci sarebbe auspicabile che tu arrivi da una progettualità e programmazione tale da non mettere in dubbio la partecipazione a quel campionato che ti sei guadagnato sul campo”.

La riforma dei campionati messa in atto da Lega Basket Femminile e Federazione può aiutare a migliorare la situazione del basket femminile ad oggi? “Innanzitutto bisogna vedere cosa succederà realmente, quindi capire quali siano le ragioni che stanno dietro ad un'idea di cambiamento e cercare, con la professionalità che ognuno può mettere, di realizzarla, di darle attuazione nel miglior modo possibile per poi vedere quali sono i risultati ed eventualmente decidere se va bene o non va bene - spiega Pedrazzi -. Io credo che solo con questo tipo di unione e di visione prospettica che va partendo da tanti punti di vista perché un punto di vista di un allenatore è diverso da quello di un dirigente, di un general manager, di un giocatore, di un allenatore delle giovanili, di un comunicatore, di un arbitro però tutti i punti di vista devono convergere verso un unico obiettivo che è la crescita del nostro movimento perché questo ritengo che sia un momento molto chiave per quello che dicevo prima perché ci sono le condizioni generali rispetto proprio allo sviluppo dello sport femminile perché anche il nostro basket femminile possa fare un salto di qualità”.

"Secondo me avresti una Serie A1, quella più "alta”, che probabilmente diventerà un campionato molto simile all'NBA, quasi ad inviti e dovrebbe essere tale nel momento in cui si possono rispettare determinati parametri economici e non sono così convinto che ci siano 12 squadre che vogliano cimentarsi in questo campionato a parte le prime - conclude Suardi -. Bisogna anche capire se ha senso farlo un campionato del genere, potrebbe aiutare di più la Serie A2 dove riesci a "premiare" quelle realtà che forse non hanno la possibilità di fare una A1 quella top ma che possano assestarsi su un livello medio alto. Però alla fine le squadre rimangono le stesse e le difficoltà rimangono tali, soprattutto sarà da vedere quali saranno i parametri economici di questi campionati che saranno sicuramente più alti”.

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Chiara Morbio

credits photo: Marino Petrelli/SM 

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