Un gentleman fuori dal campo, un vincente come allenatore. Era sulla panchina della Reyer il giorno dei 70 punti di Dalipagic contro Bologna. Ricorda le similitudini con la Varese del 2012/13. E ai tifosi dice di godersi il grande momento. Francesco “Frank” Vitucci si racconta a Supporters Magazine
- Per Brindisi è un momento magico. Si è detto e scritto tanto in queste ultime settimane, cosa ne pensa lei e cosa sta provando in questa fase del campionato?
“La vivo con serenità. E’ un momento molto positivo e non capita molto spesso di vivere queste situazioni. Siamo consapevoli che stiamo facendo qualcosa di importante, ma non dimentichiamo di fare le cose senza fretta. Siamo molto sul pezzo, sia sul quotidiano, infatti sto preparando la partita contro Pistoia, che guardando un po’ più in là, ma senza fare programmi. E’ una bella sensazione quella che stiamo vivendo”
- Final Eight in Coppa Italia, battuta Milano in casa, poi Pesaro e sassari fuori. Brindisi sogna. “Ci rinuncio a dire stiamo calmi, ormai conosco un po’ la città e l’entusiasmo è contagioso!. Al di là delle battute, la città, i tifosi, l’ambiente, la dirigenza altro non aspettavano che scatenare la scintilla per entusiasmarsi, soprattutto dopo una stagione negativa come quella passata. Nel complesso, meglio essere circondati da passione e calore contagioso che da negatività”
- Ha citato Pistoia. E’ ancora più temibile dopo la vittoria a tavolino?
“Sarebbe stata temibile lo stesso. E’ una squadra che ha mostrato miglioramenti e noi vogliamo affrontarla e batterla per tanti motivi, intanto perché il campionato è il nostro obiettivo principale, poi il fatto che giochiamo in casa e al Pentassuglia ne abbiamo perse alcune che si poteva evitare. Poi, ovviamente, penseremo ad Avellino in Coppa Italia, lì sarà tutto diverso”
- L’infortunio di Clark vi ha compattato ancora di più. Quanto è diventata matura la squadra nelle ultime settimane, o meglio ancora più matura rispetto all’inizio del campionato?
“Sì e no. In realtà eravamo già un bel gruppo e lo avevamo dimostrato. L’infortunio di Wes ha sicuramente compattato la squadra ancora di più e alcuni giocatori, come ad esempio Moraschini, si sono presi ulteriori responsabilità. Forse l’infortunio ci ha fatto crescere più velocemente, ma la scintilla è arrivata da tutti”.