Coppa Italia, considerazioni e bilanci. Grazie Brindisi!


gaffneyAbbiamo riso, abbiamo gioito, abbiamo pianto. Ci siamo ritrovati a Firenze in 2000 o anche di più. Abbiamo battuto due grandi squadre come Avellino e Sassari per poi cedere in finale, stremati, alla Vanoli Cremona che ne ha avuto di più dal punto di vista fisico e mentale. Certo, avrebbe fatto comodo un giorno in più di riposo o forse sarebbe bastato che quell'antidoping dopo la semifinale non fosse durato così tanto, soprattutto per Chappell e Walker, mentre alcuni giocatori erano già in hotel, ma cambia poco, tutta la squadra ne ha risentito.

Esclusiva SM, Vitucci un gentiluomo che sa stupire

Sassari - BrindisiUn gentleman fuori dal campo, un vincente come allenatore. Era sulla panchina della Reyer il giorno dei 70 punti di Dalipagic contro Bologna. Ricorda le similitudini con la Varese del 2012/13. E ai tifosi dice di godersi il grande momento. Francesco “Frank” Vitucci si racconta a Supporters Magazine

- Per Brindisi è un momento magico. Si è detto e scritto tanto in queste ultime settimane, cosa ne pensa lei e cosa sta provando in questa fase del campionato?
“La vivo con serenità. E’ un momento molto positivo e non capita molto spesso di vivere queste situazioni. Siamo consapevoli che stiamo facendo qualcosa di importante, ma non dimentichiamo di fare le cose senza fretta. Siamo molto sul pezzo, sia sul quotidiano, infatti sto preparando la partita contro Pistoia, che guardando un po’ più in là, ma senza fare programmi. E’ una bella sensazione quella che stiamo vivendo”

- Final Eight in Coppa Italia, battuta Milano in casa, poi Pesaro e sassari fuori. Brindisi sogna.  “Ci rinuncio a dire stiamo calmi, ormai conosco un po’ la città e l’entusiasmo è contagioso!. Al di là delle battute, la città, i tifosi, l’ambiente, la dirigenza altro non aspettavano che scatenare la scintilla per entusiasmarsi, soprattutto dopo una stagione negativa come quella passata. Nel complesso, meglio essere circondati da passione e calore contagioso che da negatività”

- Ha citato Pistoia. E’ ancora più temibile dopo la vittoria a tavolino?
“Sarebbe stata temibile lo stesso. E’ una squadra che ha mostrato miglioramenti e noi vogliamo affrontarla e batterla per tanti motivi, intanto perché il campionato è il nostro obiettivo principale, poi il fatto che giochiamo in casa e al Pentassuglia ne abbiamo perse alcune che si poteva evitare. Poi, ovviamente, penseremo ad Avellino in Coppa Italia, lì sarà tutto diverso”

- L’infortunio di Clark vi ha compattato ancora di più. Quanto è diventata matura la squadra nelle ultime settimane, o meglio ancora più matura rispetto all’inizio del campionato?
“Sì e no. In realtà eravamo già un bel gruppo e lo avevamo dimostrato. L’infortunio di Wes ha sicuramente compattato la squadra ancora di più e alcuni giocatori, come ad esempio Moraschini, si sono presi ulteriori responsabilità. Forse l’infortunio ci ha fatto crescere più velocemente, ma la scintilla è arrivata da tutti”.

Under 18, giocarono per perdere, ora le sentenze

underUna finale è sempre un motivo valido per dare il massimo, provare a vincere, mettersi in mostra. Aurora Brindisi e il Valle d'Itria Bk Martina hanno fatto il contrario, ovvero giocare per perdere. Accadeva lo scorso febbraio nella finale U18 Eccellenza in Puglia, che metteva in palio il secondo posto valido per la fase interzona, quella fuori dai confini regionali. Primo era arrivato il Cus Bari, qualificato direttamente, in semifinale Aurora e BK Martina, arrivate quarta e quinta nel girone, battono i quotati avversari della Happy Casa Brindisi e della Virtus Foggia. Poi l'atto finale ripreso in un filmato amatoriale di uno spettatore presente sugli spalti che mostra l'incredibile: autocanestri, tiri liberi non tirati, possessi volutamente persi, addirittura calci al pallone, spingendo l’arbitro a interrompere la gara”, si sente nel commento del video che ha superato le 110 mila visualizzazioni e ha fatto il giro di tutta Europa. 

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Ora, a distanza di qualche mese, arrivano le sentenze. Esemplari e di immediata attuazione.La giustizia sportiva della Federazione ha condannato a 3 anni di inibizione i coach di Aurora Brindisi e Valle d’Itria Basket Martina Franca, Gianfranco Patera e Angelo Fuocolare. Entrambi diedero “precise indicazioni agli atleti della propria squadra di perdere la partita”, è scritto nella sentenza, e decretarono la squadra vincitrice con il lancio della monetina.

Stessa pena anche per Giuseppe Micoli, dirigente del Martina e all’epoca consigliere regionale Fip. A 4 mesi, invece, è stato condannato il capo allenatore del Martina, Gabriele Fornaro, e a 10 mesi l’allenatore della prima squadra tarantina Domenico Terruli. Entrambe le squadre sono state inoltre penalizzate di 6 punti nel campionato in corso. Sono invece state assolte la presidentessa e una dirigente dell’Aurora e il presidente del Valle d’Itria Basket.

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Petrucci all'Ussi: "Comunicate i valori della pallacanestro"

"Comunicate la pallacanestro e diffondete i suoi valori. Fatelo anche con i nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione e reclamizzate la Nazionale che va amata e sostenuta. Ieri il basket era molto presente nei palinsesti televisivi e sui giornali, oggi va recuperato questo spirito e aiutata la stampa a capire il basket e lavorare per attirare un pubblico sempre maggiore". Gianni Petrucci, presidente della Federbasket, apre così il suo intervento nel seminario "Il basket è chi lo racconta. Nazionali e rapporto con la stampa", organizzato dall'Ussi, l'Unione stampa sportiva italiana e dalla stessa Fip. E aggiunge: "Al basket manca il grande risultato, quando arriverà avremo un'attenzione massima. La nazionale non va in chiaro perchè, a differenza della pallavolo, la federazione non detiene i diritti. Sky ha vinto legittimamente la gara, la Rai ha partecipato e non ci è riuscita. Il basket però può avere altri mezzi a disposizione, la radio per esempio da sempre vicina al nostro sport, oppure i social media che sono un potente strumento di comunicazione, se ovviamente usati in maniera legittima". 

Su questo argomento, Meo Sacchetti, allenatore di una Nazionale a cui manca una partita per arrivare ai Mondiali 2019, svela un retroscena: "Io uso i social in maniera non ossessiva, ma i miei giocatori no. Sono sempre attaccati al telefonino, addirittura ho saputo che alcuni di loro lo hanno usato tra il primo e il secondo tempo di una partita in Nazionale. Mi sono molto arrabbiato. Se la Federazione vuole fare qualcosa, magari togliendo loro la diaria e la girano a me". Sorrisi in sala, ma anche una riflessione su quanto i social stanno cambiando la vita di ognuno di noi e, nello specifico, la comunicazione del basket e per il basket. Petrucci ribatte: "Sto sapendo questa cosa adesso, vedremo cosa fare". Poi, interpellato da Il Messaggero, dice: "Non è una cosa bella, ma è una vicenda dello spogliatoio e tale deve rimanere"

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Esclusiva SM. Gallinari, playground e nazionale

Danilo Gallinari era stato facile profeta qualche giorno fa. "Se LeBron andasse ai Lakers, sbaglierebbe sponda. Ma sarebbe un gran derby da giocare contro di lui". All'inaugurazione di un playground al Parco della Cecchina, area verde tra Talenti e la Bufalotta nel territorio del III Municipio a Roma, a cui abbiamo partecipato insieme ad altri giornalisti del settore, il giocatore dei Clippers aveva anticipato la notizia di giornata: il "re" lascia Cleveland e approda a Los Angeles, in maglia giallo viola dei Lakers. Una bella sfida nella citta degli angeli e in generale nella Western Conference contro Golden State e le altre pretendenti al titolo. 

Il "Gallo" parla anche della Nazionale e della sua voglia di giocare a settembre, compatibilmente agli impegni con i Clippers. Sacchetti, allenatore azzurro, si era però domandato dal ritiro in Olanda, dove l'Italia ha poi perso l'ultima partita della prima fase di qualificazione ai Mondiali in Cina 2019, il "reale attaccamento alla maglia del giocatore" e prontamente è arrivata la sua replica. Con un lungo tweet si rivolge direttamente al presidente della federbasket Gianni Petrucci, e precisa la sua posizione: "Non permetto a nessuno di mettere in dubbio il mio attaccamento alla maglia azzurra" scrive, aggiungendo: "Sembra che io sia diventato il capro espiatoriò di qualsiasi situazione passata e presente della nazionale e non posso accettare in silenzio tutto questo"

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