Ciao Presidente!

antonio corlianòL'attacco di un pezzo è sempre difficile perchè da questo molto dipende la buona riuscita dell'articolo stesso. L'attacco di questo articolo è ancora più difficile e la commozione rischia di prendere il sopravvento. Antonio Corlianò, presidente dela New Basket dal 2004 al 2012, non è più tra noi. Si è spento al termine di una breve, quanto fulminante malattia. Ci ha lasciati con il sorriso e la serenità che hanno contraddistinto tutta la sua vita. Persona schietta, generosa, amante della vita, sempre disponibile ogni volta che lo intervistavo ai microfoni di Radio Dara prima,durante e dopo le partite della sua amata squadra di basket. Che si vinceva o si perdeva di 40 punti.

Quante trasferte fatte insieme, quante risate, quanti aneddoti che si potrebbero raccontare. A Verbania dopo la vittoria al primo turno nei play off di B1 quando invitò alcuni giornalisti al seguito a passare la serata con lui. Era un fiume in piena. A Venezia al termine della sconfitta per la promozione in serie A quando, seppur arrabbiato per aver preso oltre 20 punti, si fermò a parlare per oltre un'ora ridendo come se nulla fosse successo.

A Biella nel maggio 2011 quando, seduto al mio fianco durante la radiocronaca, visse con me minuto dopo minuto la partita che sancì la retrocessione della New Basket. Io, completamente senza voce, lui mi dava sostegno e mi dava forza intervenendo in diretta per farmi rifiatare. Questo era Antonio Corlianò, semplicemente Antonio. Semplicemente IL PRESIDENTE degli anni belli, di un basket ancora genuino e di tempi che forse non torneranno più. E che ricorderemo per sempre.

Esclusiva SM, Giorgia Sottana si racconta dopo gli Europei


sottana in nazionaleSmaltita la delusione degli Europei e con lo sguardo al futuro. Che sarà ancora a Schio con i camp estivi nel mezzo. Ecco Giorgia Sottana in esclusiva per Supporter's Magazine. Apertura subito dedicata all'esperienza in Romania: “Digerire le sconfitte è sempre dura, ripensare alla partita contro la Bielorussia fa ancora male, perché rimane il dubbio che le cose sarebbero potute andare diversamente. Purtroppo è andata così, abbiamo dato tutto quello che avevamo. Certo che rimane comunque un divario con le altre squadre. Rivedendo alcune partite mi sono accorta come spesso il nostro gap non sia fisico ma mentale. Credere un po’ più in noi stesse a volte farebbe la differenza”.

 - Contro la Polonia hai toccato quota cento in nazionale, un traguardo importante. Ti chiedo le tue emozioni alla prima convocazione nel 2007 contro la Svezia a Bormio e se pensavi allora di diventare un punto fermo della nazionale azzurra?

“Il 2007 è lontano ormai, sono successe tante cose nel mezzo. Quando è arrivata la convocazione ero ovviamente al settimo cielo e pensavo che da quel giorno sarebbe cominciato un cammino per me con la maglia azzurra senior. Volevo far bene e non volevo deludere le aspettative che si erano create attorno al mio nome. Ancora oggi quando scendo in campo cerco di fare quello che posso per non deludere gli altri. A volte è un male altre volte un bene”.

Eurochallenge, la vittoria di Nanterre e la brindisinità

Marcus DenmonLe partite vanno vissute fino all’ultimo secondo e a Ulm, lo scorso novembre, il fiato è rimasto sospeso in eterno. La tripla di Marcus Denmon (nella foto) ha regalato un’emozione indescrivibile e averla raccontata in diretta nella nostra web radiocronaca, ascoltata da oltre due mila ascoltatori, è motivo di ancora maggiore orgoglio. Quell’orgoglio che, nel bene o nel male, ci rende fieri di essere brindisini e ci ha fatto fare 15 mila chilometri in giro per l'Europa per l’amore e la passione verso questa maglia. E che ha permesso a Supporter's Magazine di vivere e raccontare a oltre 10 mila ascoltatori l'Eurochallenge in esclusiva con la prospettiva di altre idee e iniziative legate a questa esperienza unica. Magari un libro o una raccolta fotografica, pronti a ripartire se l'Enel disputerà una nuova stagione in una coppa europea, come immaginiamo che avverrà.

Intanto, l'Eurochallenge è finita e nel meraviglioso impianto del Medical Park di Trabzon, o Trebisonda, città che si affaccia sul Mar Nero, la vittoria è andata a Nanterre che all'ultimo respiro ha superato il TS Medical 64-63. Una vittoria che forse riabilta la sconfitta subita dall'Enel in terra francese. Lo avevamo detto a fine radiocronaca che la squadra era solida, arrivare fino in fondo lo ha dimostrato. Due belle semifinali con Nanterre che ha sconfitto gli Skyliners Francoforte trascinati da un Weems da 25 punti e cinque assist e il solito Shuler (18 punti), che anche contro l'Enel fu uno dei protaginisti assoluti. Più facile la vittoria del padroni di casa sull'Energia Targu. Una vittoria corale nella quale Hardy, ex Pistoia e Bologna, ha segnato 26 punti, Marshall 15 e Velickovic 10. Da segnalare anche i nove rimbalzi di Kaloyan Ivanov, gemello del nostro ex Dejan, ora passato a Caserta alla ricerca di una salvezza che potrebbe clamorosamente realizzarsi.

Origlio, il "Poz" e quel dopo partita di Ferentino

Pozzecco, ancora lui. Uno show dopo l'altro, l'ultimo contro Milano gli è costato due giornate di squalifica e quindi contro Brindisi non ci sarà. Almeno ufficialmente perchè in molti sono convinti di vederlo in tribuna al Pala Pentassuglia, magari sotto mentite spoglie. C'è chi a Brindisi, forse esagerando, aveva acquistato il biglietto solo per vedere lui. La critica si è divisa: c'è chi adora i suoi atteggiamenti istrionistici, pagliacceschi, sempre sopra le righe, e chi invece lo critica apertamente. Come ci racconta il nostro corrispondente da Varese, Damiano Franzetti, l'effetto iniziale del "Poz" si sta esaurendo in città anche in virtù delle sei sconfitte consecutive della Pallacanestro Varese nelle ultime sei uscite in campionato. Oltre lo spettacolo, sono i risultati che mancano.

Qualche mese fa l'allenatore di Varese fu protagonista di uno spiacevole episodio a Ferentino, in Legadue, quando era sulla panchina di Capo D'Orlando. Una gazzara che molti media enfatizzarono in maniera distorta. Agostino Origlio, per tre anni assistente allenatore a Brindisi e attuale firma di punta su Supporter's Magazine cone le sue meravigliose "Storie di campo", ci raccontò la verità. Quello che in pratica non uscì sui giornali e che, stando a quanto abbiamo appreso in seguito, costrinse lo stesso Pozzecco a contattare Origlio e rivedere la sua posizione.

E' qui la festa! La Supercoppa unisce le tifoserie

Where amazing happens recita un noto spot della pallacanestro d'oltreoceano. In Italia si è appena conclusa una due giorni di pura passione cestistica: non ingannino i numeri e le seggiole vuote viste al PalaSerradimigni, Sassari è stata per un week end la capitale nostrana del basket. Potremmo raccontarvi di come una squadra appena messa insieme abbia rovesciato il blasone Armani, potremmo raccontarvi la stoppata di Sanders, quella che ha concluso la finale o la classe di Brooks, quello in maglia rossa; la caparbietà di Dyson e l'ira di Gentile. Ma queste sono cose che avete visto in tv: vi vogliamo raccontare come invece tifosi di squadre diverse abbiano condiviso e vissuto le stesse partite e contemporaneamente assorbito simbioticamente le emozioni dei propri amici/colleghi/rivali.

Di quanto un'Ichnusa fresca (ecco, forse qualche decina) possa essere defaticante in qualsiasi momento della giornata, specie se condivisa parlando di basket con persone che come te condividono questa passione, in una città diversa e in un'altra regione. Di come, nonostante l'eliminazione dell'Enel, siano stati proprio i colleghi pugliesi a voler far serata sabato notte, o come domenica sera alla Club House della Dinamo, con la Supercoppa fiammante li sul bancone, gli amici milanesi ricevessero abbracci e brindassero con i sardi al trofeo appena conquistato.

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