Italbasket, mondiale con luci e ombre

Scritto da Redazione on . Postato in Il direttore

facebook_1693938571349_7104893325564721583Il mondiale volge al termine ed è tempo di bilanci più o meno definitivi. Come nel 2019 in Cina, un mondiale che abbiamo vissuto dal vivo, anche questa edizione alla fine parlerà europeo, allora fu la Spagna questa volta una clamorosa Germania guidata da Dennis Schroder eletto Mvp dell'intera manifestazione, segno che probabilmente il modo di giocare continentale resta ancora il più efficace. Stati Uniti e Canada, pieni di giocatori di Nba, sono ancora una volta rimandate, se non proprio bocciate. Ma se per il Canada la concquista della medaglia di bronzo è sato comunque un successo perchè ha vinto la prima medaglia ai mondialinella sua storia cestistica, per gli States si tratta di un fallimento evidente, Vedremo come si presenterà la nazionale a stelle e strisce alle Olimpiadi di Parigi 2024. Big o non big Nba? Pare di sì. Certamente, un altra delusione non sarà più accettata dalle loro parti.

L'Italia ha chiuso all'ottavo posto dopo la sconfitta contro la Slovenia nel giorno dell'ultima partita in maglia azzurra e dell'ultima in assoluto di Gigi Datome, capitano vero in campo e fuori che avrebbe meritato qualche successo nel suo ventennale impegno tricolore. Abbiamo raggiunto il terzo miglior rilutato di sempre ad un mondiale, dopo i due quarti posti del 1970 e del 1978. Già questo dovrebbe essere motivo di orgoglio, ma come sempre non basta. I tifosi, l'opinione pubblica e forse anche il presidente federale Petrucci avrebbero voluto di più, magari ingolositi dalle parole che arrivavano da Manila da giocatori e staff ttecnico, nonostante si conoscessero i limiti di questa nazionale. 

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E quel "qualcosa in più" sarebbe stato anche possibile se ai quarti di finale non avessimo incontrato gli Stati Uniti, la partita peggiore nel momento peggiore arrivata tre giorni dopo la loro sconfitta contro la Lituania. Ingiocabile contro di noi, troppo brutti noi contro di loro. La stessa squadra che poi è stata affondata dalla Germania in semifinale. Ci siamo complicati la vita da soli perdendo contro la Republbica Dominicana e poi essendo costretti a vincere le due partite, cosa che abbiamo fatto, del secondo girone contro Serbia e Portorico. Però, mentre noi stavamo giocando una partita da dentro/fuori contro i caraibici (che ad inizio del terzo quarto avevano rimesso addirittura messo il naso avanti facendoci venire i brividi), le altre sceglievano contro chi giocare nei quarti di finale. E ai quarti siamo arrivati a giocare contro gli ingiocabili, almeno quel giorno e in quella partita. 

Non è accaduto, poi è stato un lento declino contro Lettonia e Slovenia, due partite perse che ci hanno fatto scivolare all'ottavo posto e ci hanno concludere il mondiale con tre sconfitte consecutive. In totale, quattro vittorie e quattro sconfitte, giusto così. Il nostro mondiale è stato un torneo "normale", in linea con le aspettative. Con un gruppo con pochi giocatori di alta qualità (Fontecchio, Melli, Datome, Tonut) e tanti altri di grinta e carattere e alcuni da svezzare e, si spera, possano dare molto di più in futuro, anche se restiamo dell'idea che se l'allenatore li ha portati tra i 12 un pò di spazio in più li avrebbe potuto sfruttare di più e meglio. 

Certo, ci "girano un pò le scatole" per dirla come ha detto Simone Fontecchio che arriviamo sempre tra le prime otto, Olimpiadi, Europei e Mondiali tutti in fila nel 2021, 2022 e 2023, e non riusciamo ad andare avanti, ma per farlo serve altro e questa nazionale, tecnicamete diversa rispetto a quelle più forti e attrezzate del passato. Più di questo, obiettivamente, non si poteva fare. 

 Come scrive Alberto Marzagalia su Eurodevotion, "i numeri non sono tutto, si sa, ma restano in grado di fornire tante spiegazioni pratiche sul rendimento di una squadra. E nel basket contano, eccome se contano. 21mo attacco per offensive rating (punti per 100 possessi) a 102,9. Tutte le semifinaliste, per dare un’idea, superano quota 120. 75,7 possessi per gara. In una competizione che ha registrato dati altissimi (tutte le prime 7 oltre quota 80) Italbasket si piazza 23ma nella speciale graduatoria. Con il 49,8% di palloni raccolti sotto plance la squadra azzurra risulta sino ad ora essere la 18esima dell’intero lotto. Piccola curiosità: a livello individuale, Niccolò Melli è il secondo rimbalzista dell'intera manifestazione dietro al lituano Valanciunas. Un paradosso. 

E' mancato, su tutto il resto, il tiro da tre. Chiudendo con il 29 per cento siamo avanti soltanto a Montenegro, Iran, Capo Verde ed Angola. Trattandosi di una parte chiave del gioco azzurro, scrive ancora Marzagalia, è evidente come si sia trattato di una situazione che ha caratterizzato negativamente il cammino. Ed a supporto di questa tesi va aggiunto che a 32,3 tentativi per partita, solo Venezuela, Slovenia Lettonia e Giappone ne hanno provati all’incirca uno in più per gara. 

leggi qui l'editoriale su Eurodevotion

 "POZ", IL GIUDIZIO RESTA SOSPESO - Gianmarco Pozzecco, per sua natura, è un personaggio divisivo: lo amano alla folli, lo criticano ferocemente. I suoi giocatori sono compatti nel difenderlo, si sentono liberi di esprimersi senza pressioni, sanno che il "Poz"  li difenderà sempre e comunque. In campo, non sempre le idee tecniche hanno trovato compimento e l'aspetto motivazionale forse a volte non basta. Il "lasciate stare i miei giocatori, prendtevela con me" è un mantra che ha tenuto per tutto il mondiale e per certi versi ha fatto bene a isolare i suoi ragazzi, ma poi avrebbe dovuto accettare meglio le critiche. Troppo personaggio fuori dal campo, troppo poco commissario tecnico in panchina. Si va avanti con Pozzecco almeno fino al pre olimpico, poi si vedrà.

In questo anno servirà cambiare qualcosa, la nazionale si prende una pausa fiuno a febbraio quando scatteranno le qualificazioni per Euro 2025 (la prima finestra il 22 febbraio Italia-Turchia e il 25 febbraio Ungheria-Italia), a luglio il torneo per andare a Parigi, ma sarà durissima questa volta. Non solo per le avversarie che saranno tostissime, ma anche perchè questa nazionale ha bisogno di un vero ricambio generazionale. Servirà recuperare alcuni giocatori persi per strada (Mannion e perchè no Gallinari se stara bene fisicamente), servirà capire se Darius Thompson potrà essere utile o meno alla causa, anche se pare che la pista per l'ex giocatore di Brindisi si sia raffreddata. Servirà pensare principalmente all'aspetto tecncico e non soltanto emotivo e motivazionale. Saprà Pozzecco fare tutte queste cose? Per il bene della nazionale, speriamo davvero di sì. 

376850679_1043413990327202_2416212055366420165_nGIGIONE, THE LAST DANCE - 203 presenze in Nazionale maggiore, 323 in totale se mettiamo anche le partite giocate con le squadre giovanili. Scudetti vinti in Italia e Turchia, Coppe nazionali e soprattutto l'Eurolega con il Fenerbahce nel 2017 da grande protagonista. Una carriera straordinaria, chiusa senza la ciliegina sulla torta, ovvero una medaglia azzurra. Che avrebbe ampiamente meritato. Ci siamo commossi all'inno contro la Slovenia, abbiamo proprio pianto alla sua uscita a tre minuti e mezzo dalla fine. Anche Luka Doncic, che contro gli azzurri ha sfiorato la tripla doppia con 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, lo ha abbracciato e ne ha riconosciuto la bravura. Questo Gigione in campo, ora si apre una nuova vita. 

Le sue parole alla fine della partita contro la Slovenia dicono tutto dell'uomo e del giocatore: “Questa è stata una delle estati più belle della mia vita. Lascio senza rimpianti e sono convinto della mia scelta. Stasera stava andando tutto bene, poi all’inno nazionale mi sono emozionato e non ce l’ho fatta. Ringrazio tutti per l’affetto che mi è stato dimostrato, dai compagni di squadra, al Poz, allo staff e stasera anche agli avversari che si sono fermati per applaudirmi. Abbiamo provato a vincere per chiudere meglio ma sono molto orgoglioso per quanto ha fatto questo gruppo entrando nelle prime otto squadre del mondo. Ora avrò più tempo da dedicare a ciò che conta veramente nella vita, ovvero ciò che c’è fuori dal rettangolo di gioco. Una delle mie più grandi fortune è stata avere come compagno un amico vero come Nicolò Melli. Da qualche tempo sta già facendo il Capitano. E’ un leader e lo merita. Questa squadra ha dimostrato di poter competere ad alto livello e sono certo che i ragazzi potranno ancora migliorare. E’ stato un onore”. Il suo hashtag è #serinascorinascogigione. Uno come te non nascerà tanto facilmente! 

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Marino Petrelli

credits photo: Ciamillo/Castoria

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