Damiani a SM: "La Fip Puglia ha grandi prospettive"

Francesco Damiani, 51enne barese, è stato riconfermato alla presidenza di Fip Puglia per il quadriennio 2025-2028: il responso è arrivato dall’Assemblea elettiva svoltasi a Bari. Damiani ha ottenuto 108 voti, a fronte dei 49 voti ottenuti dall’altro candidato Angelo Barnaba. Eletti anche i sei membri del Consiglio regionale: si tratta di Marisa Bizzarro, Giuseppe Di Vagno e Nico Valzani, alla prima esperienza come consiglieri, e di Valentino Mandolfo, Stefania Scaramuzzi e Giuseppe Olive, confermati nella carica.

A pochi giorni dalla rielezione, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Damiani che, con grande cortesia, e nonostante i tanti impegni di questi giorni, ha risposto alle nostre domande aprendosi alla trattazione di molti temi interessanti. Ecco di seguito, il nostro dialogo.

  - Congratulazioni per la rielezione, quali saranno i punti salenti del nuovo quadriennio?

“Dare continuità al lavoro iniziato nel 2020. Le società pugliesi hanno scelto di dare ancora fiducia a me e ai consiglieri che mi affiancheranno in questo quadriennio e quindi c'è da portare avanti e sviluppare ancora quanto iniziato e, ovviamente, anche pensare a qualcosa di nuovo. Intanto, c'è da ridurre la distanza percepita fra il Comitato e le società e questo si può fare soltanto con incontri più frequenti nelle varie province, ma anche con maggiore presenza sui campi, una delle prime cose che ho chiesto ai consiglieri e che chiederò a chi sarà nominato delegato provinciale. Dedicheremo ancora più attenzione al basket femminile anche grazie alla presenza in Consiglio di due donne, Stefania Scaramuzzi e Marisa Bizzarro, dove comunque, almeno a livello giovanile, assistiamo a una ripresa. In generale, bisogna prestare sempre più attenzione alle istanze delle società”

 - Quale sarà la prima cosa che farà da presidente insieme al nuovo consiglio regionale?

“Una delle prime cose da fare, potrebbe essere lavorare sulla formazione degli arbitri, uno dei settori più critici, non soltanto per noi, ma direi per tutti gli sport. Abbiamo bisogno di arbitri sempre più pronti tecnicamente e fisicamente. Nei campionati giovanili, parliamo di ragazzi giovanissimi che hanno diritto di divertirsi mentre svolgono la loro attività proprio come i giocatori e che, invece, quasi in ogni partita vengono pesantemente insultati dagli spettatori (che sono i genitori dei giocatori) e da tecnici e dirigenti. Come federazione, dobbiamo fare in modo che loro siano più sicuri del loro ruolo in campo grazie a una conoscenza più approfondita del regolamento e della tecnica arbitrale. E' un lavoro lungo, ne siamo consapevoli, ma che può portare soltanto benefici”

 - Come vede la stagione del basket pugliese? Le due squadre in A2 avranno obiettivi diversi, poi in B Nazionale e B Interregionale ci sono tante pugliesi (la Dinamo Brindisi tra queste), cosa ne pensa?

“Per il basket pugliese spero sia una stagione felicissima. Intanto per Brindisi che cerca un prontissimo ritorno in serie A. L'inizio di campionato non è stato promettente né per loro, né per Nardò, ma la A2 è un torneo lunghissimo e siamo solo alle primissime battute, per cui aspetterei ad esprime giudizi negativi sulle due squadre. In particolare per Brindisi. Assorbire la botta di una retrocessione non è facile, sopratutto dopo 12 stagioni consecutive in A, ma mi sembra che la società abbia lavorato bene in estate e c'è tutto il tempo per rifarsi. In B nazionale, credo che Ruvo reciterà come sempre una parte da protagonista, mentre per San Severo bisogna avere più pazienza. E' una squadra molto rinnovata, sopratutto anagraficamente, e ha bisogno di tempo per mettere tutto a posto. Infine, la B interregionale, un campionato direi del tutto pugliese con 9 squadre su 12 di casa nostra. Ce ne sono alcune attrezzate per il salto di categoria, mentre qualche altra dovrà probabilmente soffrire fino alla fine per mantenere la categoria, ma si può ripetere l'impresa dell'anno scorso con tutte le nostre squadre salve. La Dinamo Brindisi è una società che lavora da anni sul doppio binario del rafforzamento societario con una sempre migliore organizzazione senza tralasciare l'aspetto agonistico e le promozione o il bel campionato passato sono lì a dimostrarlo. Per quest'anno ci sarà da confermare quanto di buono fatto nello scorso campionato, provando a salire un altro gradino guardando quindi ai playoff”

 - Lei ha un ricco curriculum legato al basket, anche giovanile. Come vede il futuro del basket italiano e quali dovrebbero le strategie per valorizzare i tanti ragazzi italiani che non sempre trovano spazio?

“La valorizzazione del basket italiano può passare solamente attraverso il lavoro delle società sui settori giovanili. Ci vuole un cambio di mentalità che porti a considerare quelle per i giovani non spese, ma investimenti che daranno frutti a medio lungo termine. E i settori giovanili devono essere sempre più organizzati con allenatori preparati e staff tecnici e dirigenziali completi. La differenza fra le società meridionali e quelle settentrionali spesso sta proprio in questo. Abbiamo buoni giocatori, buoni allenatori, ma ci manca quel qualcosa in più per poter competere a livelli più alti e penso alle squadre qualificate alle finali nazionali. Non vorrei che l'ottimo risultato di Fortitudo Francavilla e New Basket Brindisi della scorsa stagione, resti un episodio isolato. Però i settori giovanili si riempiono sempre più di stranieri che potranno giocare i campionati senior da formati, ma non potranno tornare utili alla nazionale ed ecco che al vertice c'è sempre meno materiale umano fra cui scegliere. Mi rendo conto che chi investe debba fare le sue scelte, ma è difficile pensare ad un basket italiano competitivo se gli italiani sono sempre meno”.

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Marino Petrelli

foto esclusiva SM scattata presso il Comitato regionale

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