World Cup, il fallimento degli Stati Uniti
"Il gioco è stato globalizzato negli ultimi 30 anni. Queste partite sono difficili. Non siamo più nel 1992. I giocatori sono migliori in tutto il mondo. Le squadre sono migliori. Non è più cosi facile vincere la Coppa del Mondo o le Olimpiadi". Così Steve Kerr, allenatore degli Usa a fine partita che manifesta la sua delusione per una sconfitta in semifinale mondiale contro una Germania perfetta (113 punti segnati, 30 assist, sei in doppia cifra di cui tre sopra i 20 punti) che aveva avuto già dei campanelli di allarme nelle sconfitte contro Lituania e nella difficile partita contro Montenegro. Insomma, il basket euopeo da ancora scacco matto a quello stattunitense. E con la Serbia che batte il Canada, il gioco è completo. Dopo la Spagna nel 2019, sarà ancora una squadra europea a vincere i Mondiali, una tra Germania o Serbia appunto. Che giocano di squadra e lo fanno anche meravigliosamente bene. Con dei solisti (Schroder e Bogdanovic da una parte e dall'altra) inseriti in un contesto preciso all'interno del quale tutti fanno tutto, cosa che è mancata agli Usa.
Il fallimento statinitense a questi mondiali nasce da lontano, forse già dalla costruzione della squadra. Meno centimetri sotto canestro, più versatilità e atletismo, per provare ad eccellere in campo aperto. Una scommessa che però non ha pagato e ora Hill, Steve Kerr e il resto dello staff tecnico di Usa Basketball dovranno convivere con le legittime critiche per un gruppo che vedrà cambiamenti radicali in vista dell’Olimpiade di Parigi. Dove sembra quasi certo che scenderanno in campo i veri big, le stelle. Già si fanno i nomi di Curry e Durant, mentre Lebron James ha strizzato l'occhio mettendo un emoticon di apprezzamento sotto ad un tweet di Nbc Central che anticipava lo scenario futuro.
Come scrive Simone Sandri su La Gazzetta dello Sport, "andare a giocare i mondiali senza un vero centro di ruolo, eccezion fatta per Walker Kessler, utilizzato con il contagocce e spesso solo nel garbage time, e con lunghi non propriamente devastanti al rimbalzo sembrava una mossa azzardata anche in una competizione Fiba priva di alcuni big di primissimo piano, come Jokic e Antetokounmpo. Chi avrebbe poi dovuto fare la differenza nella frontline a livello difensivo ha faticato tantissimo, a cominciare dal "defensive player of the year" nella Nba Jaren Jackson Jr. che in questo Mondiale viaggia con la miseria di 2.9 rimbalzi di media, mostrando di essere un giocatore ben diverso rispetto a quanto riesce a fare nella Nba da ala forte, accanto a un centro fisico come Steven Adams". Nemmeno il suo backup Paolo Banchero (3.4 rimbalzi di media), con i suoi alti e bassi, ha dato risposte importanti da questo punto di vista limitando così non poco la difesa, già non straordinaria, di Team Usa. Ora servirà riflettere e ripartire, le Olimpiadi di Parigi sono un appuntamento da non sbagliare.
guarda qui gli highlights della partita tra Germania e Usa
RED